2019 – ENTEROPATIA AD EZIOLOGIA MULTIFATTORIALE NELLO SVEZZAMENTO IN UN ALLEVAMENTO A CICLO CHIUSO
Nelle prime fasi di vita dei suinetti la diarrea è un sintomo molto comune, e spesso è causa di un innalzamento dei tassi di mortalità e conseguenti gravi perdite economiche nell’immediato (perdita di animali, uso di presidi farmacologici aggiuntivi) e a lungo termine (calo ponderale, allungamento dei tempi di accrescimento). Una diagnosi precoce e tempestiva è molto importante per prevenire e controllare le malattie suine, e si fonda sulla valutazione di età dei soggetti, sede e natura delle lesioni e dovrebbe prevedere sempre una conferma microbiologica, virologica o parassitaria di laboratorio. Tra le cause infettive, nel protocollo di diagnosi differenziale devono essere considerati i principali agenti coinvolti nelle patologie enteriche che si manifestano nelle prime settimane di vita del suinetto: Escherichia coli enterotossigeni (ETEC), Clostridium perfringens, Salmonella sp., Coccidi (Isospora suis), Rotavirus e Coronavirus. Nell’ambito delle diarree da Coronavirus, si conoscono due virus differenti, il virus della Gastroenterite Trasmissibile (TGE) e della Diarrea Epidemica Suina (PED). In Italia, la PED è presente dagli anni ’90 ed ha avuto un aumento con il contemporaneo declino della TGE, con un andamento ciclico. L’ultima grave epidemia risale al periodo compreso tra il 2014 e il 2017, coinvolgendo 438 aziende del Nord Italia [1]. I suinetti spesso manifestano anche forme subcliniche causate dalla colonizzazione di Clostridium difficile probabilmente dovuta ad un’apparente predisposizione fisiologica del loro apparato gastro-enterico [4], sebbene vengano segnalati anche casi clinici più gravi in soggetti neonati [2,4]. Lo scopo del presente lavoro è quello di descrivere l’approccio diagnostico applicato per la gestione di un episodio di enteropatia ad eziologia mista nel sottoscrofa e nello svezzamento in un allevamento piemontese.