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2017 – ABORTI NELLA FASE FINALE DELLA GESTAZIONE


GUADAGNINI G., SALVINI F., OTTOLINI F. PAOLETTI F.

Il caso clinico si è verificato in un’azienda a ciclo chiuso situata in Lombardia: l’azienda ha 350 scrofe a ciclo chiuso ed è composta di 4 capannoni con stabulazioni miste. Il primo è un capannone composto da svezzamento, sale parto e magronaggio, il secondo è un ingrasso, il terzo è un capannone per la gestazione gabbie e box e per 3 stanze di magronaggio ed il quarto è un ingrasso. L’azienda ha un programma di autorimonta con introduzione di seme miglioratore e le scrofette prodotte dopo lo svezzamento vengono allevate con gli altri lattoni prima nei locali post-svezzamento e magronaggio. Le scrofette non transitano dall’ingrasso ma vengono portate in una quarantena esterna a circa 500 metri dall’allevamento. Vengono reintrodotte dopo l’applicazione di piano vaccinale aziendale e dopo essere state controllate per PRRSV.
Nell’autunno 2015 si verificano alcuni aborti in fase di gravidanza avanzata, circostanza che per l’azienda risulta abbastanza anormale. Inoltre, nelle settimane seguenti compaiono delle covate di suini che alla nascita si presentano in gran parte morti e i pochi nati vivi sono disvitali.
Vengono eseguite delle indagini sierologiche al fine di determinare la causa eziologica anche se clinicamente viene fatta una prima diagnosi di PRRSV, che deve essere confermata ed eventualmente rivista alla luce dei risultati delle analisi.

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