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2016 – DALLA SCROFETTA ALLA SCROFA: L’ALIMENTAZIONE COME FATTORE STRATEGICO NELL’ALLEVAMENTO DEI MODERNI RIPRODUTTORI


VINCENZI R.

I programmi di selezione genetica negli ultimi anni stanno dando notevole impulso alle performances produttive della scrofa.
Il raggiungimento di tale obiettivo, nei suoi vari parametri, coinvolge in modo trasversale tutte le fasi del ciclo vitale dell’animale a partire dalla corretta gestione della scrofetta, primario “investimento” del patrimonio aziendale, per proseguire nella fase di gestazione e lattazione. Allo stesso livello della genetica, delle strutture e del management, l’alimentazione rappresenta una colonna fondamentale nell’applicazione della “Precision farming” nell’allevamento suinicolo ossia del concetto di nutrizione mirata per ottimizzare la produttività.
Le diverse case di selezione europee o d’oltreoceano, pur percorrendo strade diverse, hanno privilegiato in modo particolare il carattere di “iper-profilicità” e produzione di carne magra. In buona sostanza gli attuali riproduttori sono stati migliorati per produrre un numero maggiore di suinetti alla nascita selezionati per garantire, con specificità proprie delle case genetiche, una carcassa più magra che in passato.
L’aumento della prolificità richiede prima di tutto un adeguato sviluppo dell’apparato riproduttore, contestualmente ad un appropriato impianto digerente, respiratorio e mammario. Se vogliamo ottenere un numero maggiore di suinetti occorre, infatti, fornire spazio vitale alle future filiate e mettere la madre nelle migliori condizioni (aria ed alimento) per produrre elevate quantità di latte.
Tuttavia i riproduttori sono tendenzialmente più magri che in passato (minor grasso di riserva) e dotati di minore appetito.
Se ciò può risultare valido in linea generale, esistono tuttavia distinzioni non trascurabili tra i moderni genotipi, in particolare tra il modello “americano” e “europeo” con un impatto rilevante sulle caratteristiche nutrizionali dei mangimi e sulle strategie alimentari da adottare per la fase scrofetta e scrofa.
Per la fase di accrescimento l’obiettivo comune è di raggiungere il p.v. di 135-140 kg ma, secondo le raccomandazioni suggerite dai rispettivi modelli, in età diverse e quindi con caratteristiche nutrizionali dei mangimi e programmi alimentari differenziati (ad lib vs razionato).
Analogamente in gestazione i fabbisogni alimentari subiscono sensibili variazioni in relazione allo stadio di gravidanza. Un esempio è la dinamica dei fabbisogni aminoacidici, con differenze molto elevate tra inizio e fine gestazione, a seguito dell’aumento del peso corporeo, lo sviluppo dei feti e del tessuto mammario.
L’impiego di un solo mangime, benchè somministrato con un idoneo sistema di razionamento, può non garantire il pieno soddisfacimento dei fabbisogni nutrizionali. Per tale motivo la strategia “multifase”, con l’impiego di più mangimi in fase di gestazione, somministrati separatamente o opportunamente miscelati, appare appropriata, per quanto non sempre agevolmente applicabile in tutte le realtà.

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