2016 – L’INTEGRAZIONE DI PROTOCOLLI SANITARI NELLE SCROFETTE DA RIMONTA
La quarantena e l’acclimatamento sono punti critici all’inizio della carriera produttiva delle scrofette da rimonta. Lo scopo di queste fasi è quello di prevenire l’introduzione di nuovi patogeni, di mantenere la stabilità dell’allevamento, e di permettere agli animali di adattarsi ai patogeni presenti nell’allevamento prima di entrare in produzione.
L’obiettivo della quarantena è quello di impedire l’introduzione di nuovi agenti patogeni nell’allevamento di destinazione. La quarantena dovrebbe sempre avere una durata di almeno 30 giorni, gestita in all-in-all-out (AI/AO), e preferibilmente in un’unità separata. Idealmente, questa struttura dovrebbe essere ad almeno 2 km dall’unità produttiva di destinazione, con via d’accesso indipendente all’interno dell’allevamento.
Lo scopo principale dell’acclimatamento è invece quello di far entrare in contatto le scrofette con gli agenti patogeni presenti in allevamento, e fornire un’immunità protettiva prima dell’introduzione. Di solito si ottiene attraverso vaccinazioni, utilizzando il feedback nei locali di isolamento, e introducendo anche svezzati, scrofe da riforma o ingrassi come animali di contagio (seeder). Un corretto acclimatamento richiede un attento monitoraggio clinico. Un tempo di esposizione troppo breve potrebbe indurre un’immunità inadeguata, ma, allo stesso modo, un’esposizione troppo protratta ad un agente vivo potrebbe indurre malattia o anche morte dell’animale.
Il livello di biosicurezza sia in quarantena che in acclimatamento deve essere sempre lo stesso dell’allevamento ricevente.
Il processo che porta all’introduzione della scrofetta in allevamento coinvolge molti fattori, quelli più rilevanti o con un significativo impatto sulle diverse fasi del processo verranno dettagliate di seguito.