2014 – È POSSIBILE QUANTIFICARE IL COSTO DELLE MALATTIE NELL’ALLEVAMENTO SUINO?
Parole chiave: costi, patologie, mortalità, resa alimentare
Quantificare le perdite zootecniche che una patologia può determinare in allevamento, presuppone una raccolta dei dati aziendali fatta in modo preciso, sistematico, metodico e costante, per poi creare un dato storico che ci permetta di valutare in modo oggettivo ogni variazione rispetto allo standard di allevamento. Per il 57% degli allevatori statunitensi, una malattia spesso subclinica, come l’Ileite Proliferativa, può causare perdite economiche anche sostenute, e questo perché i suini colpiti sono spesso non valorizzati al macello come gli animali sani, determinando una riduzione del prezzo di vendita. Per questo è fondamentale che la percezione di una perdita e la valutazione del dato zootecnico, sia rilevata ed osservata in modo preciso ed oggettivo.
È risaputo che circa l’85% del costo di produzione del suino grasso , è determinato da costi diretti, influenzabili anche in modo significativo dalla capacità dell’allevatore, e solo il 15% dei costi invece sono di tipo indiretto. Le percentuali cambiano invece nelle scrofe.
Se facciamo riferimento ai primi 6 mesi del 2013, il costo di una scrofa in azienda, è stato di circa 900 euro/anno, pari a 2,5 euro al giorno, ed il 54% di questo costo era rappresentato da mangime, farmaci e costi di fecondazione; la restante parte del costo è rappresentate da costi indiretti, che non variano in caso di mancata produzione degli animali. E’ evidente quindi che nel calcolo del possibile guadagno, il peso della produttività aziendale è molto importante.