2013 – VIROSI EMERGENTI DEL SUINO: LA SITUAZIONE ITALIANA
I patogeni emergenti e riemergenti rappresentano un costante rischio per la sanità animale e umana. I suini sono sempre più spesso identiicati come i principali portatori di un ampio range di virus che sembrano stabilire una persistenza a lungo termine in questa specie (Lan et al., 2011), oltre a fungere da reservoir per svariati agenti zoonosici. Di conseguenza, è fondamentale la costante sorveglianza sull’emergenza di patologie o virus mai osservati in precedenza (virus/patologie emergenti), ed anche di patologie o virus già conosciuti, ma che si possono ripresentare dopo lunghi periodi di assenza o con caratteri differenti da quelli classici cambiando, ad esempio, ospite, prevalenza o distribuzione geografica (virus/ patologie riemergenti). Negli ultimi trent’anni circa, nuove virosi sono emerse nella popolazione suina di tutto il mondo. Ne sono stati un importante esempio a livello globale il virus della sindrome riproduttiva e respiratoria del suino (PRRSV) e il circovirus suino tipo 2 (PCV-2), comparsi negli anni ’90 e ancora oggi causa di notevoli perdite economiche per l’industria suinicola. In Italia, le prevalenze per entrambe le malattie sono molto alte, spesso superiori al 90% di aziende positive, ed oggi questi virus sono stabili nella popolazione suina italiana. Per questo motivo, pur considerando la loro importanza e le molteplici evoluzioni, non sono più ritenuti virus “emergenti”. La stessa situazione è comune anche al coronavirus respiratorio suino (PRCoV), descritto come un mutante deleto del virus responsabile dell’enterite trasmissibile (TGEV), che, riportato per la prima volta in Italia nel 1997, ha velocemente sostituito il TGEV e presenta oggi una positività sierologica vicina al 100% (dati non pubblicati). Ciò nonostante, in alcuni paesi è stata riscontrata negli ultimi anni la ricomparsa del virus TGEV (Lorincz et al., 2011), ponendo interrogativi sull’evoluzione di questi patogeni, anche in termini di immunità.