2009 – LA NUTRIZIONE FUNZIONALE IN SALA PARTO
La scoperta negli alimenti di molecole funzionali ad attività extra-nutrizionale ha aperto la strada ad un’alimentazione non solo mirata al soddisfacimento dei fabbisogni nutritivi, ma anche finalizzata ad apportare sostanze in grado di migliorare lo stato di salute dell’uomo e degli animali. Le sostanze bioattive contenute negli alimenti funzionali e capaci di apportare benefici all’organismo possono anche essere definite come sostanze nutraceutiche.
Per il suo significato fisiologico il latte in primis può essere considerato “alimento funzionale”, in quanto non solo fornisce principi essenziali per la crescita e lo sviluppo durante la vita neonatale e la prima infanzia, ma rappresenta anche una fonte di molecole bioattive, con proprietà immunologiche, antinfettive, nonché funzioni essenziali per lo sviluppo del neonato, le cui influenze protettive si riflettono sullo stato di salute di chi lo consuma anche in età adulta.
Fra le componenti native del latte, di particolare rilievo e interesse sono alcune ascrivibili alla frazione proteica e lipidica, incluse tra queste anche alcune componenti di tipo vitaminico. L’importanza di questi composti è dettata non solo dal loro contenuto ma anche dalla loro bioaccessibilità e biodisponibilità (Baldi e Pinotti, 2008), spesso influenzate positivamente dalla loro inclusione in una matrice lattea. Nella valutazione dell’attività funzionale del latte va ricordata inoltre l’attività protettiva della componente oligosaccaridica nei confronti degli agenti infettivi intestinali. La sostanziale ridondanza e sinergia di componenti attive protettive conferma il ruolo centrale dei componenti del latte nel supportare lo sviluppo del neonato. L’attività dei diversi componenti protettivi del latte sull’ecosistema intestinale, nonché la loro capacità di operare insieme al sistema immunitario in via di sviluppo del neonato, riducono i rischi di insorgenza di problematiche sanitarie e migliorano le performance. Tali componenti potrebbero avere una potenzialità di impiego come nutraceutici, sia in relazione alla loro presenza negli alimenti, sia come additivi alimentari in grado di garantire una maggiore continuità durante le fasi iniziali dello svezzamento che, non va dimenticato, rappresenta sempre un “processo e non un evento”. In questo campo, le conoscenze sono maggiormente sviluppate per quanto riguarda il latte umano o bovino, mentre meno noti o assenti sono i dati relativi al latte di scrofa e di altre specie.
Questo articolo rappresenta una breve overview delle componenti bioattive nel latte, con particolare riferimento alle componenti proteiche, lipidiche e saccaridiche, e di altri nutraceutici, quali estratti vegetali e fitoderivati, i cui effetti positivi sono stati testati, con particolare riferimento alla nutrizione in sala parto.