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2012 – CAUSE E CONTROLLO DEL TAIL BITING NEI SUINI


EDWARDS S.

Perché il tail biting è importante?
Il tail biting (morsicatura della coda) è un comportamento che si verifica in maniera imprevedibile in gruppi di suini e si è dimostrato un problema difficile da gestire nel settore suinicolo in tutto il mondo. Il termine può descrivere un comportamento nel quale il suino morde la coda, ma non provoca lesioni, ma più comunemente viene utilizzato per descrivere un problema clinico, in cui il morso è abbastanza grave da provocare sanguinamento e lesioni progressive della coda, fino a lasciare una ferita aperta. La reale portata del problema è scarsamente documentata. I dati ottenuti dal rilevamento al macello di code morsicate indicano una prevalenza dello 0,5-3,4% (EFSA 2007), ma questi valori sono sottostimati e rappresentano solo i casi più gravi. Gli studi riportano circa 3 code con lievi lesioni per ogni caso grave di tail biting. Inoltre, i dati ottenuti dalla sorveglianza al macello sottovalutano la portata del problema, dal momento che i suini gravemente morsi rischiano di morire o di essere sottoposti ad eutanasia già in azienda. Un focolaio di tail biting ha implicazioni molto gravi sia per il benessere degli animali e sia sulla redditività aziendale, a causa della mortalità o dell’eutanasia associate ai casi gravi, alle terapie fatte dal veterinario e ai costi sanitari per i casi meno gravi, alle ridotte performance dei suini interessati e di tutto il gruppo a causa dei problemi comportamentali, e al danneggiamento della carcassa causato da infezioni secondarie. Nei focolai più gravi, l’effetto sul costo di produzione può superare i 20 € per ogni suino nel lotto interessato. A causa di tali conseguenze, la maggior parte delle aziende scelgono il taglio della coda dei suinetti giovani per ridurre il rischio. Nonostante la provata efficacia nel ridurre il rischio di tail biting, l’alta prevalenza di taglio della coda nell’Unione Europea (> 90%; EFSA, 2007) viene messa in discussione dalle associazioni animaliste e di benessere animale, dal momento che sembra ignorare le direttive in vigore dal 1991 (direttiva 91/630) che specificano che il taglio della coda non deve ess ere effettuato di routine.

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