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2015 – EPIDEMIOLOGIA DELLA DISSENTERIA SUINA IN USA E RECENTI RICERCHE RIGUARDO FATTORI DI RISCHIO, ALIMENTAZIONE E TECNICHE DIAGNOSTICHE


ERIC R. BURROUGH

La dissenteria suina (SD) è stata descritta in letteratura nei primi anni venti (1), i focolai tipici di SD sono caratterizzati da una diarrea sanguinolenta con presenza di muco, più frequentemente osservati in suini in magronaggio e ingrasso. In alcuni casi, le feci diarroiche possono contenere filamenti di fibrina e tessuto intestinale, con tassi di morbilità e mortalità elevati, che possono avvicinarsi al 30% (2). Le lesioni macroscopiche sono limitate al cieco e al crasso e comprendono la presenza di abbondante muco nel lume e di sangue, in misura variabile. Microscopicamente, il tessuto del colon di suini colpiti con infezione acuta è caratterizzato da un ispessimento della mucosa, con presenza di muco luminale ed emorragia, necrosi superficiale della mucosa e infiltrazione ed essudazione di neutrofili con numerose spirochete intra-lesione (3). La diagnosi definitiva di SD è tradizionalmente basata sull’isolamento di spirochete fortemente beta-emolitiche dal tessuto del colon o dalle feci di suini colpiti; tuttavia, più di recente, sono stati sviluppati metodi molecolari, come la reazione a catena della polimerasi (PCR) e l’ibridazione in situ (ISh) per dimostrare la presenza di Brachyspira spp. nei campioni analizzati (2).

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