2016 – AGGIORNAMENTI SULLA SITUAZIONE DELLA PED IN ITALIA
Parole chiave: PED, diagnosi, coronavirus
La prima segnalazione del virus della (Porcine Epidemic Diarrhoea = PED) in Europa è avvenuta nel Regno Unito nel 1971 e in seguito in altri Paesi Europei durante gli anni ’80. Nel decennio successivo l’incidenza della malattia si è ridotta e non ci sono state altre segnalazioni di episodi importanti ad andamento altamente diffusivo, con la sola esclusione dell’epidemia nel nostro Paese del 2005-2006 (1). A partire dal 2010 numerosi focolai gravi sono stati descritti in Cina e nel 2013 lo stesso ceppo si è diffuso negli Stati Uniti causando la morte di 7 milioni di suini nel primo anno di diffusione e perdite economiche molto importanti. Sempre negli Stati Uniti, nel 2014 si è avuta la diffusione di un secondo ceppo (S-INDEL) ritenuto a bassa patogenicità e di un altro coronavirus (Delta Coronavirus, PDCoV) che causa sintomatologia simile alla PED. Pur non essendo inclusa nella lista OIE delle malattie notificabili, le strategie adottate dall’Unione Europea (UE) per gestire la situazione PED e impedire l’introduzione di ceppi altamente virulenti segnalati in America, hanno perseguito il principio della massima precauzione. E’ stato richiesto nel 2014 un parere scientifico all’EFSA (2), per la valutazione del rischio di potenziali vie d’ingresso di PEDV e PDCoV nell’Unione europea (UE). Questo parere raccomanda la messa a punto di nuovi strumenti diagnostici nei confronti del virus, l’acquisizione di maggiori conoscenze riguardo la sequenza genomica dei ceppi circolanti, l’implementazione di un monitoraggio per definire la sieroprevalenza nei diversi paesi, la realizzazione di prove sperimentali per ottenere maggiori conoscenze sulla patogenesi e la sintomatologia delle infezioni, l’esecuzione di indagini mirate a definire l’eventuale presenza di PDCoV e la definizione dell’importanza dei mangimi contenenti sangue e plasma essiccato di suino come fattore di rischio di introduzione e diffusione della infezione da PEDV. La Diarrea Epidemica del suino è una malattia virale causata da Coronavirus, la sintomatologia è prevalentemente enterica con diarrea liquida giallastra che colpisce tutte le classi d’età nell’allevamento suino, differenziandosi però sul tasso di mortalità che può raggiungere nei suinetti sottoscrofa e in svezzamento il 50- 100% (3,4), mentre nei riproduttori e nei suini all’ingrasso è quasi nullo. La morbilità in tutte le età si attesta tra 80-100%.
Il virus viene facilmente inattivato con i comuni disinfettanti (5): formalina 1%, carbonato di sodio anidro 4% (soda), solventi dei lipidi, iodofori in acido fosforico 1%, idrossido di sodio 2% (soda caustica). PEDV sopravvive per tempi variabili fuori dall’ospite in funzione della presenza di materiale organico e delle condizioni di temperatura e umidità relativa: almeno 28gg nel fango a 4°C, 7gg in alimento secco contaminato da feci a 25°C, fino a 14gg a 25°C in alimento umido e almeno 28gg in miscele umide a 25°C. PEDV perde la propria infettività a T°>60°C ed è stabile a pH 6.5-7.5 a 37°C e pH 5-9 a 4°C.
La principale via di trasmissione risulta essere quella oro-fecale con oggetti, attrezzature e veicoli contaminati da feci (2).