2017 – EPIDEMIOLOGIA E GENOTIPI DI TOXOPLASMA GONDII NEL CINGHIALE E IN SUINI DA ALLEVAMENTI CONVENZIONALI
Parole Chiave: Toxoplasma gondii, suini, cinghiali
Per la possibile presenza di cisti tissutali, le carni di suini e cinghiali rappresentano una importante fonte di infezione da Toxoplasma gondii per l’uomo. Lo scopo dello studio è stato quello di valutare l’epidemiologia e i genotipi di T. gondii in suini e cinghiali in Nord Italia. Preliminarmente è stato eseguito uno screening sierologico (ELISA) per rilevare la circolazione dell’infezione; successivamente, sono state eseguite indagini di biologia molecolare (PCR) per valutare l’effettiva infettività delle carni e per determinare i genotipi del parassita circolanti. Sono stati raccolti campioni di sangue e di muscolo di 340 suini (189 suini all’ingrasso e 151 scrofe riproduttrici) provenienti da 23 allevamenti convenzionali della Pianura Padana e di 75 cinghiali sottoposti a prelievo venatorio nella Provincia del Verbano-Cusio-Ossola. Sono risultati positivi al test sierologico 14 suini (4,1%) con una prevalenza maggiore nelle scrofe (8,6%) rispetto ai suini all’ingrasso (0,5%). Le analisi molecolari hanno consentito di individuare in 8 soggetti i genotipi I, II e III del parassita. Tra i diversi allevamenti o anche all’interno dello stesso allevamento sono risultati circolare genotipi diversi. Relativamente ai cinghiali, 25 animali sono risultati positivi al test ELISA (33,8%) e di questi 3 anche in PCR, rilevandosi la circolazione del ceppo di tipo II. I risultati del presente studio confermano la circolazione di diversi genotipi di T. gondii in queste specie di suidi nel Nord Italia, con prevalenze maggiori nei cinghiali cacciati rispetto ai suini da allevamenti intensivi, e avvalorano l’importanza di monitorare e sorvegliare tale parassitosi dagli importanti risvolti zoonosici.