2019 – MISURE DI PREVENZIONE E CONTROLLO PER MINIMIZZARE IL RISCHIO DI DIFFUSIONE DEL PESTE SUINA AFRICANA NEGLI ALLEVAMENTI SUINICOLI
Fino alla fine degli anni ’90 nei paesi dell’Unione Europea la peste suina africana (PSA) era considerata un pericolo limitato. L’Europa infatti, ad eccezione della Sardegna, era indenne e la PSA era da anni confinata in alcuni paesi del continente africano. Nel 2007 l’infezione è stata segnalata nel Caucaso da dove poi è diffusa incontrollata nei paesi della Federazione Russa e nel 2014 ha raggiunto l’Unione Europea. Da allora, la malattia si è ulteriormente espansa, diffondendo nei suini domestici e nei cinghiali. Attualmente, sono 10 i paesi dell’Unione Europea che sono interessati dalla malattia, l’ultimo, in ordine di tempo è il Belgio dove nel mese di settembre la malattia è stata segnalata nei cinghiali. La situazione epidemiologica è in continua evoluzione e la PSA rappresenta una seria minaccia per l’industria suinicola europea e mondiale. Infatti, ad agosto 2018 la malattia è stata segnalata anche in Cina, che detiene circa il 50% del patrimonio suinicolo mondiale e in pochi mesi sono stati segnalati 112 focolai e sono stati abbattuti quasi un milione di suini. Nei primi mesi del 2019 la PSA è stata riportata anche in Vietnam e Mongolia (2).